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Hello vegan world!

Il primo post è dedicato ad un piccolo video di presentazione al blog stesso. Guardalo e condividilo con i tuoi amici!

Why not?

Paolo ci racconta come ha scoperto il veganismo

Due gorilla distruggono le trappole dei bracconieri in Ruanda

In Ruanda, due giovani gorilla hanno fatto squadra per mettere fuori uso parecchie trappole nella loro parte di foresta

Perché questo blog?

Le motivazioni dietro la crezione di un ennesimo blog vegano.

E.coli

Nuovo studio trova una relazione tra infezione della vescica umana e pollo contaminato.

Ricordi d’infanzia.

Quella che segue penso possa essere considerata la prima storia ufficiale del blog, in quanto mi è stata inviata da qualcuno che non conosco di persona. Che emozione!

La protagonista della storia è Linda, una giovanissima modenese che da poco ha deciso di voler diventare vegan.

La sua storia parte da molto lontano; parte da un ricordo d’infanzia.
Da piccola, in prima elementare, ci hanno portato in una fattoria e da allora mi porto dietro il ricordo di quel dolcissimo vitellino in una gabbia a parte. Allora mi chiesi "perché", ma nessuna risposta. Ovviamente non ci pensai più [...]

Il tempo passa ed arriviamo a questi ultimi due anni. La coscienza di Linda decide che è giunto il momento di cominciare a vivere il mangiar carne in modo diverso, ed inizia così a ridurne il consumo.

Già dalla fine dell’anno scorso avrebbe voluto smettere di mangiar carne, ma quando vivi in casa con i tuoi non è sempre facile, e lei si sentiva in qualche modo obbligata a mangiare quello che le veniva cucinato. Il caso vuole che la visita nel più famoso dei campi di concentramento segni una prima svolta.
“Volevo smettere già da prima dell'inizio di quest’anno, ma mi sentivo obbligata a mangiare quello che mi veniva preparato in casa. Appena tornata da Auschwitz decisi di far sentire la mia voce e di smettere totalmente con la carne (febbraio 2012) ma non mi sentivo a mio agio a parlare della mia alimentazione in quanto non mi sentivo coerente (mangiavo ancora il pesce e per me era una droga).”

Linda è ormai decisa ad abbandonare anche il pesce. Comincia a cercare informazioni su internet trovando i primi video sul veganismo, e la sua ricerca la conduce infine a quello di Gary.

Adesso sul suo calendario viene evidenziata una nuova data, il giorno in cui ha deciso di diventare vegan: 22 giugno 2012.

La cosa curiosa è che la sua scelta ha coinvolto anche il suo ragazzo, il fratello del ragazzo e la zia. Spero che questa scelta di gruppo si riveli duratura e che la forza trascinatrice di Lidia possa presto esprimersi anche al di fuori del contesto familiare!

Nonostante in casa, inizialmente, non avessero ben capito le scelte di Linda (il padre pensava si trattasse di una qualche religione indiana!) oggi sembra che le cose vadano meglio, e riesce a vivere le sue scelte in libertà.

Bicycle girlLinda mi fa sapere inoltre che, nonostante i sei mesi trascorsi senza mangiar carne si è diplomata con 100/100, quindi non sembra aver subito danni cerebrali. E da fine luglio lavora in campagna a raccogliere frutta, andandoci spesso in bici: del resto sono “solo” 13 km da casa!

Concludo la storia con una frase della protagonista che mi è piaciuta molto.

Le "difficoltà" ci sono, ma è stata così importante questa scelta che boicotto pure quelle. – Linda, 19 anni

Un ritorno alle origini.

Un ritorno alle origini (greg)
Questa è la storia di Valerio. Anche lui come Paolo è una di quelle amicizie nate dal veganismo come punto di contatto iniziale, ma che si sono sviluppate oltre. Quando torno a casa è di sicuro una delle persone con la quale passo molto del mio tempo.

Lui è il papà di Zoe, la bella addormentata che potete ammirare per qualche secondo dal minuto 2’35” del video di presentazione del blog. Musicista, schietto, sincero e di grandissimo cuore, è anche sperimentatore di barzellette vegane con scarsi risultati.

Valerio inizia il suo racconto parlandomi della sua vita nel piccolo paese dov’è cresciuto, nella qualche di certo non arrivavano notizie che riguardassero l’animalismo o il veganismo. L’incuria del posto in cui viveva lo portò a studiare scienze naturali e a sviluppare coscienza e amore per la Natura.

Lo studio sull’impatto ecologico che ha la produzione carnea lo porta ad un primo cambiamento, come lui stesso ci racconta:
“ […] dopo aver appreso e studiato che l'uccisione di animali per far della carne un alimento è devastante per l'ambiente diventai vegetariano, ma solo per qualche anno. Il  ritorno al “normale” regime alimentare che includeva carne fu una decisione “forzata” da una maggiore consapevolezza di quello che comunque comporta il vegetarianismo. […] [Scelta] che credevo meno sostenibile in confronto alla carne.
Non trovando nella scelta vegetariana la coerenza che cercava ed essendo addirittura tornato a mangiare carne, ecco la sorpresa: la scoperta di una scelta vegan.
“Circa tre/quattro anni fa ecco la svolta decisiva. La scoperta di una realtà vegan, la complicità con la mia compagna riguardo al rispetto della natura, la scoperta delle bontà culinarie senza animali e derivati, la consapevolezza che da vegan puoi vivere realmente in modo sostenibile mi hanno indirizzato a questa scelta.”
Valerio sente di aver fatto la scelta giusta sia per la Natura che tanto ama che per se stesso. E si spinge oltre, sentendo nella sua scelta un filo conduttore che lega la vita in ogni sua forma, creando un intreccio che cavalca le ere e riconducendoci ai primordi e a quell’energia da cui tutto è scaturito.

Il racconto di Valerio pone l'accento su quelle che sono le implicazioni delle nostre scelte quotidiane su tutto quello che ci circonda, inteso come ambiente. Di sicuro non esistono motivazioni più importanti di altre, e come ci suggerisce questa storia, tutto è collegato.

In conclusione, una piccola escursione nella natura sento di averla fatto anche io!

Una transizione nella transizione.

Storia di un faccia a faccia con l'etica.


Voglio raccontare la mia prima volta di fronte all’aspetto etico della scelta vegan. Nonostante seguissi già la dieta vegan da qualche mese ed i miei interessi cominciassero timidamente ad andare oltre il semplice aspetto alimentare, sentivo che c’era un ulteriore passo che dovevo affrontare.

Come molti, il mio approccio alla dieta vegan fu di natura salutista in prima battuta. Era un periodo piuttosto critico della mia vita – della quale magari parlerò in un’altra occasione – e la ricerca di una soluzione ai miei problemi si concluse con un nuovo regime alimentare. 

Dopo qualche mese di dieta vegan, svariati miglioramenti dal punto di vista della salute e centinaia di ore passate a cercare informazioni su siti, blog e forum, decisi che era arrivato il momento di affrontare un aspetto in particolare del veganismo: quello etico.

Sapevo che esistevano “certi video” che mostravano “certe cose”, ma come tutti ero stato abituato a voltare lo sguardo dall’altra parte per non rovinarmi la cena, per non rovinarmi la giornata o per qualunque altra ragione che potesse evitarmi di affrontare quella scomoda verità.

Un giorno decisi che volevo vedere con i miei occhi, ma avevo paura di scegliere qualcosa di troppo forte - in fondo sono sempre stato un amante degli animali (anche quando li mangiavo!*) -, quindi dopo qualche ricerca su internet decisi che il video che avrei visto sarebbe stato Chew on this della PeTA. 
Che trauma come prima volta, fu un pugno nello stomaco. Nonostante sia un video in cui le scene cruente non sono moltissime e vengano proposte in maniera "sopportabile", il messaggio che ricevetti fu forte e  chiaro: quello che succede ogni minuto, ogni giorni, tutti i giorni in quei luoghi di sofferenza e morte tenuti lontani dagli occhi e dalle orecchie della gente comune, è sbagliato!

Dopo quel video ne guardai un altro, e poi un altro ancora, e poi ancora senza riuscire a smettere, fino a quando mi resi conto che avevo ormai le lacrime agli occhi. In quell’istante capii che qualcosa dentro di me era cambiato, e che volevo fare il possibile per non essere più complice della violenza alla quale avevo assistito.

La sola dieta a quel punto non era più abbastanza, avevo bisogno di cambiare molti più aspetti della mia vita! Anche se non conoscevo il termine all’epoca, avevo deciso di diventare un antispecista.

Come molti altri vegan a quel punto mi trovai a dover affrontare un interrogativo disarmante: perché diavolo non l’avevo fatto prima?

Quel tipo di domanda naturalmente non portava da nessuno parte, l’unica cosa fattibile era guardare avanti visto che non possiamo tornare indietro, e fare il possibile per evitare che la storia si ripetesse.

La cosa che più mi colpì fu il realizzare che cambiare la propria vita è molto più facile di quanto si possa pensare, perché quando sai esattamente cosa vuoi e cosa non vuoi, tutto si semplifica. A differenza di quello che pensano in molti, la vita di un vegan non è fatta di rinunce ma di scelte.




*  Tipico esempio di umorismo vegano spicciolo.

Why not?

Ho conosciuto Paolo anni fa ad un banchetto informativo nel periodo pasquale. Lui fa sicuramente parte di quelle amicizie che si sono sviluppate anche nella vita al di fuori dell’attivismo, e che continuano nonostante la distanza geografica.

Attivista del gruppo Vegan Città di Latina, è quel genere di persona ti offre poca scelta: o ti piace o ti piace.
Ve lo consiglio più come amico che come commensale comunque, se doveste scegliere fra fargli un vestito nuovo ed offrirgli un pranzo, buttatevi sulla prima opzione senza pensarci due volte. Purtroppo a vederlo non lo direste: mai fidarsi delle apparenze.

La sua storia è piuttosto atipica in quanto il collegamento tra la causa e l'effetto è veramente flebile anzi, sembra proprio casuale.

Nel 2009 decide di partecipare ad una settimana di “Silenzio Spirituale” organizzata da un suo amico del tempo: Don Domenico.

Paolo descrive l’esperienza così:
Il posto era delizioso, un convento sperduto e ambientato in una collinetta umbra con tanto di laghetto e boschetto limitrofo.
[…]
Un’esperienza credo che possa essere consigliata, questa, a chiunque, credenti e non, atei o curiosi: il raccoglimento, il silenzio e la meditazione sono esperienze di vita interessanti.
Il primo giorno, lunedì, Domenico a tavola ci spiega le regole della settimana.
Ovviamente le giornate si passano in silenzio, non si parla, si approfitta per stare con se stessi a meditare sull'argomento dato come spunto alla mattina. E poi il venerdì, si sarebbe fatto una giornata di digiuno.

Io ci penso un po' e dico a me stesso: "Sai che c'è Paolè? Hai troppe cose in testa, sei pieno di stress, dovresti svuotarti ancora di più, fare spazio a te stesso per accogliere pensieri, idee ed emozioni nuove... e così decisi - non chiedermi il perché - di togliere per tutta la settimana carne, pesce e dolci.
A quanto pare la sorpresa più grossa fu alla fine del ritiro, nel momento in cui sarebbe dovuto tornare a “mangiare normalmente” si fermò a riflettere sul perché non continuare.
Banchetto contro il massacro degli agnelli. Catania, 2010.Sapeva che era una scelta possibile perchè sapeva che i vegetariani esistevano e perché lui stesso aveva avuto un assaggio di quello stile di vita per una settimana.

Tornato a casa cominciò a documentarsi sulla dieta vegetariana per finire con lo scoprire l’aspetto etico di questa scelta. A quel punto sono bastati pochi giorni di ricerche per decidere di diventare vegan!

Nonostante conosca Paolo da anni, non abbiamo mai parlato di come fosse diventato vegan e mai mi sarei aspettato che la sua svolta fosse avvenuta non alla luce di un “perché” ma di un “perché no?”. E soprattutto mi viene difficile immaginare Paolo in silenzio per più di dieci minuti, figuriamoci una settimana!

La sua storia mostra come a volte basti provare qualcosa di nuovo per un periodo veramente breve per capire che il cambiamento non è per niente tragico anzi, esattamente l’opposto!

Un vegano a Dublino

dublin nightIl racconto  che segue è di natura personale e parla della mia prima volta dulinese da vegano.

Innanzitutto mi presento, mi chiamo Luca, ho 33 anni, sono vegan dal 2007 e vivo a Dublino da circa un anno e mezzo.

Quando decisi di trasferirmi all’estero un aspetto che presi in considerazione seriamente fu quello alimentare, in quanto non sapevo cosa aspettarmi da un posto così lontano da casa.

A grandi linee un italiano vegano ed uno onnivoro non hanno molte differenze all’estero, in quanto entrambi si lamenteranno - come la stragrande maggioranza degli emigranti del Bel Paese - di due cose: il cibo e il clima.